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Cascate di Lillaz
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- Scritto da Manuel
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Escursione: da Cogne alle cascate di Lillaz
Luogo: Val di Cogne
Condizioni Meteo : Soleggiato
Difficoltà: Adatta a chiunque.
Durata: 1h - Sola andata, per 3,9 km
Panorama: 2/5 - Escursione poco appagante a livello panoramico. Molto bella la cascata.
Avvistamenti : No
Passeggino: Si, di qualsiasi tipo.

3.9 km, 01:10:45
Dalla bellissima Cogne, paesino che merita assolutamente una passeggiata anche fosse solo per un gelato, parte una facile passeggiata che porta fino all'abitato di Lillaz con le sue famose cascate.
L'escursione è completamente pianeggiante e per metà si cammina al fresco dell'ombra degli alberi, e volendo c'è una fontana per bere e riempire le borracce. Il sentiero inizia appena fuori Cogne, è impossibile sbagliarsi soprattutto d'Agosto, sarà abbastanza frequentato da mamme, bambini, sportivi, biciclette.
Il sentiero prosegue dritto, senza mai deviare, fino ad arrivare a Lillaz, dove un cartello ci suggerisce di attraversare il ponte sul fiume e di entrare nel centro abitato, che è davvero molto carino.
Subito dietro Lillaz c'è un parco con una bella fontana per dissetarsi. Lo attraversiamo e cominciamo a sentire il fragore della cascata, che d'inverno gela e permette agli alpinisti di scalarla.
Troviamo un posticino per mangiare il nostro pranzo al sacco, mettere i piedi a mollo nell'acqua gelata, prendere un pò di sole.
Non abbiamo risalito la cascata, ma per chi volesse, senza passeggino, c'è un sentiero che sale fino in cima. Oggi per noi è giornata di relax e quindi ci accontentiamo, se mi è permesso dirlo, di ammirla da sotto.
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Rifugio delle Marmotte
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- Scritto da Manuel
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Escursione: Rifugio delle Marmotte
Luogo: Val di Rhemes
Condizioni Meteo : Soleggiato
Difficoltà: Dislivello tutto e subito, ma in meno di 1h si arriva al rifugio.
Durata: 1h - Sola andata, per 1,7 km
Panorama: 3,5/5 - Escursione nel bosco, all'ombra, fino al rifugio dove la visuale si allarga sulla valle e le montagne
Avvistamenti : Si, all'inizio del sentiero è pieno zeppo di marmotte
Passeggino: No

1.7 km, 00:55:12
L'escursione al rifugio delle marmotte, in val di Rhemes, parte dall'abitato di Chaudanne dove si parcheggia l'auto, o se si arriva presto, proseguendo per quella strada e arrivando al piccolo agglomerato di case, Broillat, dove c'è un parcheggio coperto libero.
Il sentiero che non ha subito indicato "rifugio delle marmotte" parte subito dietro l'abitato di Broillat (fontana per riempiere le bottiglie presente) e sale su percorso obbligato fino ad entrare nel bosco, dove dopo poche centinaia di metri arriva al bivio per la cascata di Entrelor, che merita quei 5 minuti di deviazione prima o dopo il rifugio.
Dal bivio, dove finalmente compare l'indicazione per il rifugio delle marmotte, il sentiero sale deciso nel bosco, senza mollare mai, sempre in salita, facendoci fare tutti e subito i 500m di dislivello, tanto che quando usciamo dal bosco ed intravediamo una grande croce ormai il sentiero ha spianato e sarà cosi per il resto del tragitto, che sarà molto breve ma completamente all'aperto, con un paesaggio a tutto tondo che ci lascerà a bocca aperta.
Il rifugio è gestito da volontari che si danno il cambio settimanalmente. Tutti il ricavato viene dato in beneficienza ad una casa famiglia in Perù.
Si torna all'uto seguendo a ritroso il sentiero dell'andata.
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Rifugio Benevolo
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Escursione: al rifugio Benevolo
Luogo: Val di Rhemes
Condizioni Meteo : Soleggiato
Difficoltà: Escursione con piacevoli sali scendi mai troppo impegnativa
Durata: 2h - Sola andata, per 4,3 km
Panorama: 5/5 - Val di Rhemes fantastica e dal rifugio si vede benissimo il ghiacciaio du Fond
Avvistamenti : Si, all'inizio del sentiero è pieno zeppo di marmotte
Passeggino: Si, facendo però tutta la sterrata che è più luga e percosa da mountain bike.

4.3 km, 02:14:34
Per raggiungere il rif Benevolo dobbiamo percorrere tutta la valle di Rhemes, fino alla fine, superando tutti i centri abitati, e arrivando al parcheggio che si trova subito prima di un alpeggio e di una malga. Sulla sinistra dell'alpeggio, che vende anche prodotto caseari, parte il sentiero nr 13 dove, tra le diverse indicazioni scorgiamo quella che è la meta della nostra escursione, il rifugio benevolo, segnato con 1.30h di cammino.
Il sentiero sale subito deciso nel bosco (con sassi che potrebbero essere scivolosi dopo un bel temporale) per poi uscire per un breve tratto pianeggiante da cui si intravede la valle che percorriamo senza troppe difficoltà fino al piccolo ponticello da attraversare, volendo, aiutandosi con una corda metallica (che praticamente non si usa, ma i bambini trovano divertente).
Ora il sentiero torna a salire deciso, guadagnamo di nuovo quota per poi scollinare vicino l'argine del fiume che percorre la valle, fino ad arrivare sotto una bellissima ed imponente cascata. Poco oltre c'è una freschissima fontana dove dissetarsi o riempire le borracce prima di fare l'ultimo sforzo fino al rifugio.
Da qui ci sono due possibilità. Salire subito dietro la fontanella, e tagliare cosi la sterrata che allunga il percorso, ma lo addolcise, oppure prendere quest'ultima e farsi tutti i tornanti.
Poco sotto il Benevevolo c'è una vecchia costruzione abbandonata. Qui si può percorrere la sterrata, decisamente piu comoda, tagliando ogni tanto per prati su sentieri sempre visibili, oppure farsi la direttissima sui sassi, molto facile e che è piaciuta davvero tanto ai bambini, con l'accortezza di mettervi dietro di loro e aiutarli alla bisogna.
Il rifugio offre un'ottima polenta e c'è tanto spazio per sedersi a prendere il sole nei prati circostanti.
Non dimenticatevi di timbrare il Passaporto della montagna per bambini.
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Paestum
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- Scritto da Manuel
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Una volta conosciuta come Poseidonia quando a dominare erano i greci, rinominata Paistom sotto il dominio dei Lucani ed infine Paestum, quando a comandare erano gli antichi romani.
In campania, nel sud della regione, c'è questa perla che lascia i visitatori a bocca aperta, un sito archeologico dove è possibile ammirare i resti di una delle più antiche città che ha subito nel corso degli anni il dominio di diverse civiltà. Con i suoi templi ancora intatti, enormi, maestosi, con le sue domus dei ricchi nobili romani, con le sue mura pronte a difenderla.
L'area archeologica è molto vasta e la visita è libera, ci si può muovere in totale indipendenza, leggendo le informazioni sui pannelli antistanti i vari punti di interesse oppure scaricando l'applicazione che ci spiegherà cosa stiamo ammirando. Oppure si può prendere una guida. I bambini possono muoversi liberamente senza rischio di fare danno, quindi mamme e papà niente paura.
Inoltre nel costo del biglietto è compreso il museo antistante gli scavi, dove ci sono altre testimonianze delle civiltà che nel corso dei secoli hanno dominato questa città, come l'armatura lucana ben conservata qui esposta.
Un'esperienza molto gratificante da non mancare se si è in zona ma sicuramente da visitare anche in maniera programmata.
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I trulli di Alberobello
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- Scritto da Manuel
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Alberobello è davvero unica nel suo genere. Venendo da Matera, quando ormai mancavano una ventina di chilometri, abbiamo cominciato a vedere qualche trullo qua e la, per poi arrivare nel nostro trullo, quello che ci avrebbe ospitati per la notte, che però non era nella zona monti, famosa per avere solo trulli, ma era in mezzo a palazzi decisamente più recenti.
La struttura dei trulli è davvero caratteristica, con quel tetto tondo e spiovente che lo fa sembrare la casa dei puffi. In realtà quel tetto ha una funzione ben precisa. Raccogliere l'acqua piovana, per non mandarla sprecata. Infatti ogni trullo ha un cornicione in muratura che termina con un beccuccio dove sotto si metteva un recipiente per conservare l'acqua.
Il trullo sovrano che era proprio dietro il nostro è visitabile per un costo davvero accessibile, due euro. Dentro è possibile vedere come era l'ambiente di uno dei trulli più grandi, quello del signorotto locale, con diverse stanze e una cucina molto grande. C'era persino la stanza per gli ospiti e quando questi non c'erano al loro posto un telaio che veniva usato per filare. La stanza dei signorotti locali era messa in posizione strategica, proprio all'ingresso del trullo, con una feritoia che puntava dritta all'uscio di casa dalla quale, in caso di necessità, ci si poteva difendere sparando.
Lasciato il trullo sovrano e superata la Basilica dei santi Cosma e Damiano inizia il corso pedonale di Alberobello, tutto bianco e accecante di giorno quanto pittoresco di notte. Arrivati alla scalinata alla fine della piazza principale comincia il rione monti, la zona più turistica della città. Qui si è circondati dai trulli che però sono per la maggior parte attività commerciali, e questo è un gran peccato. La maggior parte vende chincaglieria come calamite e souvenir, c'è qualche bar ogni tanto, un ristopub qua e la. Vi consiglio di entrare nel bar in fondo alla strada, al costo di un caffè è possibile salire sulla terrazza e guardarsi intorno a 360°, servizio che ho poi scoperto essere offerto un pò da tutti i negozi.. basta comprare!
In fondo, poco prima di uscire dalla zona, che va girata in lungo e largo mi raccomando, c'è la chiesa trullo di Sant'Antonio da Padova, ma c'è una funzione in corso e non possiamo entrare a visitarla.
Un pò deluso dai tanti negozi chiedo dove è possibile vedere una zona più autentica e vengo indirizzato verso il rione piccolo, dove ci sono luminarie (spente perché mattina) e molta meno gente. Qui indubbiamente i trulli sono abitati, anche se non mancano alberghi e b&b. Non perdetevi il belvedere, avrete una visione d'insieme sui trulli davvero spettacolare.
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