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Escursione al rifugio al Lago del Mortirolo
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- Scritto da Manuel
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Escursione: Dal passo del Mortirolo al rifugio sul lago
Luogo: Passo del Mortirolo
Condizioni Meteo : Soleggiato
Difficoltà: Escursione estremamente semplice
Durata: 30 minuti - Sola andata
Panorama: 2/5 - Niente di particolare da segnalare.
Avvistamenti : No
Passeggino: Si, qualsiasi

1.9 km, 00:34:36
Chi è appassionato di ciclismo conoscerà senz'altro il passo del Mortirolo. E' ripido e molto stretto (le auto non passano in tutti i punti a doppio senso) ma è un posto di bellezza e di pace. Una volta raggiunto il passo e lasciata l'auto proseguiamo sulla strada asfaltata per qualche centinaio di metri, fino ad arrivare all'altezza dell'agriturismo Malga Mortirolo, che consiglio vivamente sulla strada del ritorno di questa brevissima ecursione.
Sulla destra della malga parte una mulattiera che in 30 minuti ci porterà al lago del Mortirolo, con l'omonimo rifugio.
Qui l'accoglienza è top di gamma. Sono tutti gentili e facendo due chiacchiere scopro che rispetto alle valli di Bormio, sempre piene di turisti, qui vedono molta meno gente e quindi tendono a coccolarla. Inoltre è possibile comprare dei pensierini gastronomici fatti con le erbe della zona.
Prendiamo un pò di sole sulle sdraio in riva al lago, a fianco di una casina perfetta per una coppietta di innamorati, dove immagino si possa cenare solo prenotando con largo anticipo.
Avrei voluto fare un giro ad anello e passare per il rifugio Antonioli prima di tornare alla macchina, ma il sentiero segnato sulle carte in reltà non esiste.
Ho chiesto al gestore del rifugio e mi ha detto che passare di li sarebbe stato impossibile.
Quindi ritorniamo sui nostri passi, per la semplice e breve sterrata e mentre vado a riprendere la macchina al passo lascio i bambini alla malga Mortirolo a giocare con il tappeto elastico e gustarsi qualche dolce fatto in casa.
Nella zona del passo è stata dedicata una panchina a David Sassoli. Si trova dietro il casotto che usano i ciclisti per cambiarsi e manutenere le biciclette.
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Escursione al rifugio Sunny Valley
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Escursione: Da malga Valle dell'alpe al rifugio Sunny Valley
Luogo: Passo Gavia
Condizioni Meteo : Nuvoloso
Difficoltà: Escursione di media lunghezza e poco impegnativa. 350m di dislivello
Durata: 1,30h - Sola andata
Panorama: 3/5 - Se diamo le spalle agli impianti niente da recriminare al paesaggio.
Avvistamenti : Marmotte
Passeggino: No

2.9 km, 01:30:28
Un'escursione bella da fare in zona passo Gavia (Santa Caterina Valfurva) è quella che parte dal ponte dell'alpe, nei pressi della Malga dell'alpe, e porta al rifugio Sunny Valley.
Facciamo una premessa subito. Il rifugio è raggiungibile con impianti di risalita.
Parcheggiata l'auto di fronte l'imbocco del sentiero cominciamo a salire costeggiando il torrente dell'Alpe. La vallata è molto bella e si cammina circondati dai colori e dal profumo dei fiori. Siamo soli lungo tutta la salita, solo il fischio di qualche marmotta ci rallenta per farci guardare un pò intorno.
La salita non è mai troppo impegnativa. C'è qualche punto più ripido di altri, ma non è mai richiesto un grande sforzo fisico.
A metà salita incontriamo due ragazzi con il loro bel cagnolone. Scambiamo 2 parole e veniamo a sapere che il rifugio è chiuso. Continuiamo la salita, usciamo dal sentiero in prossimità di una seggiovia e prendiamo una sterrata che ci accompagna fino alla successiva deviazione. Il Sunny Valley è proprio qui dietro, la segnaletica dice 10 minuti. Arrivati su al Sunny Valley mio figlio mi dice "ma questo non è un rifugio, è un albergo". Effettivamente è un rifugio abbastanza lussuoso, che apre l'8 Luglio (ho chiesto dopo all'ufficio del turismo) in concomitanza con l'apertura degli impianti. E' probabile che la maggior parte degli ospiti non sianoescursionisti, quanto piuttosto gente pigra che vuole stare al fresco a mangiare.
Torniamo sui nostri passi, facendo la stessa strada dell'andata, ma a 50 metri dall'auto, prendiamo la deviaziaone per la malga dell'Alpe, che è a 5 minuti. Qui ci accolgono caprette, asinelli, due super cagnolone con cuccioli affettuosi che fanno impazzire i bambini. Facciamo merenda, la malga è tutta per noi. La signora che gestisce la malga, aiutata dalle figlie è simpatica e disponibile. Credo si possa salire anche con l'auto se si pranza in malga, ma dal parcheggio saranno 200 metri, non credo ne valga la pena.
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I laghi di Cancano
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Escursione: Giro ad anello del lago di Cancano
Luogo: Laghi di Cancano, Valtellina
Condizioni Meteo : Soleggiato
Difficoltà: Escursione totalmente pianeggiante ma decisamente lunga.
Durata: 4,40h - Giro ad anello di 12km
Panorama: 3/5 - Vallata e lago splendidi.
Avvistamenti : No
Passeggino: Si, ma se fate il giro ad anello ci sarà un punto dove il bimbo va fatto scendere per una trentina di metri per via della sterrata chiusa.

11.5 km, 04:41:26
I laghi di cancano sono un must della Valtellina. Chiunque li abbia visti è pronto a consigliarli senza indugio. Da ora anche io sono uno di questi.
Bisogna però decidere come goderseli.
Innanzi tutto bisogna salire con la macchina fino all'enorme parcheggio che si trova poco sopra, sempre avendo cura di pagare prima il pedaggio alla colonnina lungo la strada.
Una volta arrivati ci si rende conto che il posto è davvero bello come dicono, ma solo dacendo il giro del primo lago, chiamato lago di Cancano, ci si rende conto di quanto questa affermazione sia vera.
A piedi o in bici? Noi l'abbiamo fatto a piedi, ma credo che la bicicletta sia la soluzione ideale. Il sentiero infatti è sempre al sole, non c'è modo di ripararsi all'ombra da nessuna parte, ma la cosa peggiore è che c'è un traffico come sulla Tiburtina la mattina presto di un giorno lavorativo. Non so se ci fosse qualcosa di particolare quel giorno, fatto sta che percorrendo il giro ad anello la strada va condivisa con le auto, e spesso qualche automobilista non rallenta a sufficienza sollevando polvere a non finire. Ci passa persino la navetta, quindi forse sarebbe meglio prendere quella piuttosto che muoversi con le auto.
Arrivati alla seconda diga, la prima è proprio dove abbiamo parcheggiato l'auto, la attraversiamo per raggiungere l'altra sponda. E' proprio dalla diga che si riesce ad ammirare lo spettacolare paesaggio che i laghi offrono. Appena arrivati sulla sponda opposta del lago sostiamo al rifugio Val Fraele (1954m), molto accogliente e ben tenuto, che vi lascerà usare i tavolini a patto di prendere un paio di birre.
Da qui si continua per la strada che passa sotto il rifugio e costeggia il lago, che stavolta sarà sulla vostra destra. Non passeranno automobili, perché questo sentiero è chiuso da due sbarre. Sicuramente più bello del sentiero di andata, in altri 5km ci porta alla diga di partenza dove, prima di tornare al parcheggio, decidiamo di visitare la chiesetta di sant'Erasmo, vicina all'altro punto di ristoro, il rifugio Solena.
Camminata mai impegnativa ma molto lunga, adatta ai passeggini nella quasi totalità se si fa il giro ad anello, tranne che per un punto sul sentiero di ritorno dove non è consentito passare sotto la galleria (è completamente buia e un mezzo da lavoro potrebbe non vedervi). L'unica qui è prendere in braccio i bimbi e per quei 30 metri anche il passeggino. Non c'è pericolo, solo scomodità.
Sono sicuro che con le bici, che possono essere noleggiate al parcheggio, il giro dei laghi sia più interessante. Ci si può spingere fino al secondo lago, farne il giro, e poi riprendere la traccia fatta da noi a piedi. Quindi valutate bene e se il periodo è troppo affollato, arrivate presto per noleggiare le bici prima che non ce ne siano più a disposizione.
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Val di Rezzalo
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Escursione: Percorriamo la val di Rezzalo fino al rifugio la Baita
Luogo: Val di Rezzalo, Valtellina
Condizioni Meteo : Soleggiato
Difficoltà: Escursione di media lunghezza ma facile e su comoda sterrata.
Durata: 1,20h - Sola andata
Panorama: 3/5 - Vallata davvero molto bella e soleggiata
Avvistamenti : No
Passeggino: Si.

3.3 km, 01:20:08
La val di rezzalo è stata la prima escursione in Valtellina. Cercavo una passeggiata facile e appagante da fare con i bambini per sciogliere un pò le gambe e riprendere il ritmo dopo un letargico inverno.
Arrivati al parcheggio, piccolo va detto, previo pagamento del pedaggio giornaliero (5 euro) indossiamo gli scarponi e cominciamo a camminare lungo una comoda sterrata che gradualmente comincia a risalire la vallata.
Gli alberi ci riparano dal sole, superiamo delle case piene di fiori, qualche baita forse ancora non aperta, per proseguire sempre in leggera ma costante salita. Usciti dal riparo degli alberi la vallata comincia a mostrarsi. Beviamo un sorso d'acqua nell'area picnic molto curata e pulita che si trova 300m prima del rifugio la Baita. In questa area picnic c'è anche una toilette ecologica, che non emana odori sgradevoli.
Per vedere però la vallata nella sua interezza bisogna fare ancora un piccolo sforzo e raggiungere il rifugio, non proprio ospitale se non si pranza li, ma carino. Da questo punto, meta dell'escursione, la vallata si apre, si lascia ammirare mentre è inondata di sole. Non resta che stendersi su un prato e godersi l'aria buona e il bel paesaggio, prima di ritornare al parcheggio seguendo la stessa strada dell'andata.
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Castrum Novum
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Partiamo subito con un pò di storia, presa dal sito del FAI che ci ha permesso di visitare il sito archeologico in maniera gratuita in una delle giornate promozionali.
"Castrum Novum, colonia marittima romana realizzata nel 264 a.C. a difesa della costa tirrenica settentrionale, fu ripopolata in epoca cesariana (Colonia Iulia Castronovana), all'inizio rettangolare e circondata da mura, successivamente provvista di: teatro, curia, archivio (tabularium), area sacra ad Apollo, impianto termale (balneum). Lungo il suo litorale, sono evidenti strutture romane di epoca imperiale e rinvenuti materiali che attestano la vita della città dal III secolo a.c. al VI d.c.."
Il sito, che si trova vicino Santa Marinella, non è grandissimo sebbene una parte sia ancora sepolta sotto proprietà privata. Nella giornata FAI in cui l'abbiamo visitato abbiamo avuto la fortuna di avere l'archeologo direttore dei lavori a farci un'introduzione su quello che rappresenta questo sito e la sua importanza strategica per Roma.
I castrum sono delle roccaforti militari che presidiano i territori di confine. Questo castrum, con l'espansione dei territori di Roma ha perso, nel corso dei secoli, la sua funzione principale, quella di controllare il territorio e la presenza di nemici ai confini di Roma, espandendosi e diventando una vera e propria cittadina con tanto di teatro e ambienti termali.
Lungo il percorso volontari spiegano punto per punto cosa stiamo vedendo: le vecchie baracche dei soldati, le tombe ritrovate, le fondamenta delle mura, il teatro. Con un giro ad anello che dura un'oretta scarsa si riesce a farsi un'idea del sito archeologico, che gode di una posizione privilegiata, proprio sul mare Tirreno.
Visitatelo se vi trovate nei paraggi e fosse aperto al pubblico, non ve ne pentirete!
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